lunedì 11 novembre 2013

L'importanza di stare nel presente

Ho appena finito di leggere "Il risveglio dell'Intelligenza" di Jiddu Khrishnamurti e vorrei condividere con voi alcune riflessioni sull'importanza di stare nel presente. In modo particolare, l'autore scrive: "E' possibile essere veramente indipendenti? Un tentativo deliberato di meditare non è meditazione. Deve accadere, non può essere provocata. La meditazione non è un gioco della mente, oppure del desiderio o del piacere. Tutti i tentativi di meditazione non sono che il suo esatto diniego. Ogni forma di meditazione porta inevitabilmente all'inganno, all'illusione, perchè il desiderio acceca. Sii solamente consapevole di ciò che stai pensando e facendo e nient'altro. L'abilità del fare sta nel vedere, nell'ascoltare". Queste parole mi hanno colpito perchè per anni ho cercato di fare meditazione ma la mia mente partiva inevitabilmente e andava dietro ai miei pensieri...tra l'altro sempre più confusi. Non mi è mai riuscito di stare nel qui ed ora mentre facevo meditazione fino a quando ho conosciuto Silvia, la mia insegnante reiki, la quale mi ha fatto tenere un diario dove tutti i giorni dovevo chiedermi (e quindi scrivere) in diverse situazioni "cosa provo in questo momento?", "come sto in questo momento?" ... e all'inizio è stata dura perchè non sapevo neppure dare un nome alle mie emozioni! Poi è diventato tutto normale e anche fare meditazione oggi mi riesce facile. Stare nel presente non è facile perchè significa ascoltare ed accettare anche gli ostacoli, la rabbia, la frustrazione, i confitti...tutte cose tendenzialmente cerchiamo di allontanare. E paradossalmente più le allontaniamo più sembrano colpirci. Se le consideriamo parte di noi e smettiamo di giudicarci, allora possiamo accettarle, osservarle e trasformarle in opportunità ... Se è vero che ogni sentiero ha i suoi ostacoli, è anche vero che non dobbiamo per forza ostinarci a seguire sempre gli stessi percorsi. Stare nel presente significa trovare il coraggio di cambiare; Khrishnamurti la considerava una forma di intelligenza.

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